Cuoio o Pelle?

Ecologia, moralità, legge

Tutti i miei prodotti sono realizzati utilizzando vera pelle di origine animale, quasi esclusivamente bovina, ad eccezione di alcune rifiniture più delicate o sottili, per le quali impiego pelle ovina o caprina. Raramente e controvoglia mi discosto da queste mie abitudini.

La pelle che utilizzo è sempre ricavata da animali già destinati al circuito gastronomico. Questo è ciò che impone la mia moralità, oltre che la legge, ormai in quasi tutti i paesi del mondo. Questo rende la pelle, a mio avviso, il materiale ecologico per eccellenza.

https://www.rizify.eu/wp-content/uploads/2025/02/Borse-1-640x640.jpg
https://www.rizify.eu/wp-content/uploads/2025/02/vera-pelle.jpg

Cuoio o Pelle?

Un dilemma molto italiano, tant’è vero che nel mondo anglosassone si usa quasi indistintamente la parola “leather” e molto raramente la parola “skin” (per indicare pelli notevolmente più delicate e sottili). Non sbagliano, perché “leather” è una parola che indica la pelle animale lavorata, in tutte le sue varietà. In questo senso potremmo fugare il dubbio, una volta per tutte anche agli italiani: Pelle. È sempre pelle. Sia essa morbida o dura, fine o spessa, rifinita o grezza, sempre di pelle si tratta.

Ma quindi il cuoio cos’è?

Il cuoio, se proprio vogliamo, è un tipo di concia, quasi totalmente realizzata utilizzando tannini di origine vegetale, che conferiscono al prodotto finale una rigida solidità e che ne fa un materiale di eccellente utilità, ad esempio, per il settore della calzatura tradizionale. È quello che i miei bisnonni avrebbero chiamato “suola”.

La "Vacchetta" Toscana

La famosa “vacchetta” toscana, il mio materiale prediletto, è una concia a forte (ma non esclusiva) prevalenza vegetale. Al primo trattamento di concia, viene aggiunto successivamente un bagno al sego, un grasso di origine animale, che impregna la pelle, conferendole una “mano” (così i toscani chiamano la sensazione tattile) gentile, seppure ben solida e quasi vellutata, oltre al suo inconfondibile, meraviglioso odore.

La perfetta miscela dei sali, dei tannini, la quantità di sego, influiscono drammaticamente sulla qualità del prodotto finale ed ogni produttore si tiene ben stretti i suoi segreti, pervenutigli da anni, spesso secoli di esperienza e tradizione. Questo genera una varietà immensa di prodotti e sottoprodotti molto diversi tra loro.

Il distretto conciario della valle dell’Arno, dove io mi rifornisco, ospita da molti secoli i maestri indiscussi, fieri della loro fama internazionale.

https://www.rizify.eu/wp-content/uploads/2025/02/pieno-fiore-640x640.jpg
https://www.rizify.eu/wp-content/uploads/2025/02/concia-minerale-640x640.jpg

Conce Minerali

La miscela tra tannini vegetali e minerali è determinante. La concia mista a prevalenza minerale genera un prodotto egualmente pregiato e di una versatilità diversa rispetto alla “vacchetta”. Il suo impiego è nei settori più disparati: pelletteria, calzature, confezione, tappezzeria.

lo si riconosce dalla morbidezza e da una consistenza assai meno rigida, rispetto a conce vegetali delle quali non è necessariamente sostitutivo , ma può essere a loro complementare, dipendentemente dalle necessità di realizzazione di ogni singolo progetto.

 

Nabuk o Scamosciato? Questo è il problema...

C’è chi li confonde, c’è chi dice che siano la stessa cosa, c’è chi dice questo o quello, ma la verità è semplice:

Il nabuk (qui a destra, sopra) è un prodotto ottenuto “sfiorando” appena la parte superficiale esterna della pelle, appunto il “fiore”, senza rimuoverne però le caratteristiche meccaniche. Ne risulta un materiale estremamente gradevole al tatto, dal tono opaco, ma ben solido e resistente. Viene utilizzato con tutti i metodi di concia, ma si tende a preferire quella vegetale, soprattutto nel settore della calzatura, nella realizzazione di scarpe e scarponcini (Timberland e Lumberjack sono marchi storici in questo senso)

Lo scamosciato è una “crosta”, ciò che rimane dopo l’operazione di “spaccatura”, cioè l’assottigliamento della pelle originale. Le pelli bovine, ad esempio, arrivano ad essere spesse 8-9 mm, inutilizzabili nella loro interezza, sicché si usa tagliarle longitudinalmente in diversi strati, separando la parte più esterna (lato pelo / “fiore”) dagli strati inferiori (lato carne), appunto crosta e nappa. La nappa è la parte più delicata sia al tatto sia meccanicamente, mentre la crosta, pur non essendo forte come la pelle a “pieno fiore” conserva buone caratteristiche meccaniche. Lavorata con apposite tecniche, assume la tipica mano vellutata, che in concia minerale si accentua nella sua dolce, morbida flessibilità.

Nabuk
scamosciato
https://www.rizify.eu/wp-content/uploads/2025/02/cuoio-stampato-640x640.jpg

Incredibile...

La varietà dei prodotti derivati da questo generoso materiale è immensa. Diversi tipi di miscela, di rifinitura e coloratura, effetti, alle stampe e lavorazioni… quello della pelle è un universo sconfinato e in espansione. Guarda qui a fianco, un cuoio di origine bovina come assume, nella tecnica embossing, i perfetti connotati della rugosa pelle del coccodrillo! Non è incredibile?

Cosa piace a RiZ?

Come si fa a scegliere la propria strada in questo mondo così diversificato?

Beh… come si fa ad innamorarsi in un mondo così pieno di gente? È più o meno la stessa cosa, si chiudono gli occhi e si apre il cuore!

Io l’ho fatto e tra tutti le varianti, quella che preferisco è la cara vecchia concia vegetale, sia grezza che ingrassata (vacchetta). È quella che mi lascia più libertà all’inizio e più soddisfazione alla fine.

Fai in giro nello shop e dà un’occhiata!

Translate »